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22 Imprese di famiglia e famiglia d’imprese
di Giuseppe Giassi

Sono entrato in azienda come consulente, come commercia-
lista. Da sette anni sono presidente del CDA, cosa non molto
usuale in Italia.
La prima cosa che ho fatto in azienda è stata un’attività di
formazione sul diritto societario. Parliamo di imprese di fami-
glia: si tratta di due parole che sottendono principi e dinami-
che diverse. La famiglia è solidarietà, uguaglianza e legami
affettivi. L’azienda invece è competitività, meritocrazia, e rap-
porti basati su gerarchie, responsabilità e risultati.
Serve chiarezza su questi aspetti, e sulla differenza tra l’es-
sere soci e gestire l’azienda: la società e l’azienda sono due
cose diverse; la prima è soggetto, la seconda è oggetto.
La maggior parte dei problemi nelle imprese familiari è dovu-
to alla mancanza di chiarezza su questi aspetti. La proprietà
familiare può dare quella solidità a livello societario che ti
permette di avere visione, sostenibilità, e fare investimenti su
un progetto a lungo termine. Dall’altro lato, la gestione ma-
nageriale può perseguire gli obiettivi senza condizionamenti
parentali. Questa configurazione si è rivelata vincente, fermo
restando la qualità del prodotto. I due aspetti si integrano e
si rafforzano.
In quindici anni siamo passati da 10 a 50 milioni di fatturato.
Abbiamo diversificato la produzione e puntato sull’interna-
zionalizzazione. Oggi esportiamo il 90% della produzione.
Da questa esperienza nell’impresa di famiglia, quello che
vorrei portare in Confindustria, nella grande famiglia delle
imprese, è la formazione sul diritto societario, che crea con-
sapevolezza sulle opportunità e sulle scelte.
Il diritto societario è visto ancora come fonte di adempimenti
burocratici: in realtà è il distillato dell’esperienza passata del-
le società stesse, da cui è possibile trarre utilità ed efficienza.
Il passaggio generazionale non è obbligatorio. Obbligatorio
è il bene dell’azienda.