Page 14 - Industria
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sociale, ho maturato un profondo rispetto per la controparte.
Tutto si fonda sulla lealtà, quando è leale lo scontro può es-
sere anche durissimo.
In tutti questi anni, mi sono sempre riconosciuto nei valori
dell’Associazione. Alla base di tutto c’è sempre la convinzio-
ne che l’industria sia il motore della crescita.
Abbiamo avuto l’ubriacatura della finanza e dei servizi. Oggi
si parla del ritorno dell’Europa all’industria manifatturiera, e
non può essere altrimenti. Purtroppo l’industria da noi è vista
sempre negativamente, questo in altri paesi non accade, non
c’è questa mentalità anti-industriale. Abbiamo però la fortuna
di vivere in una realtà che vede dei lavoratori dipendenti for-
temente impegnati, con una religiosità del lavoro, una men-
talità e un’indole industriosa che fanno la differenza rispetto
ad altre regioni.
E poi i valori: la lealtà, l’etica, il rispetto. Lo spirito dell’im-
prenditore si forgia nel momento della decisione, nel non
dormire di notte, è lì che senti la responsabilità dell’impresa.
Oggi tutti dicono che la crisi è finita: io direi andiamoci piano.
Già nel 2009 dissi che non poteva durare meno di cinque
anni, guadagnandomi subito la patente di disfattista, e quindi
la fama di gufo. Di fatto ho sbagliato per difetto.
La crisi nasce come crisi finanziaria. Non riconosco partico-
lari primati alla finanza, preferisco riconoscerli all’industria;
ma se la finanza non gira, non gira nemmeno l’industria. Da
venticinque anni ho esperienza diretta di banca, dall’interno
mi rendo conto meglio di altri, o forse... devo diventare anco-
ra più anziano!
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