Documento “Club dei 15”

Il posizionamento, nei mercati nazionali ed internazionali, del sistema imprenditoriale deve essere agevolato anche attraverso disposizioni normative, legislative e contrattuali, che favoriscono l’adattamento continuo dell’organizzazione del lavoro alle variazioni produttive, sempre più intense ed imprevedibili, indotte dal contesto economico e con esso una migliore valorizzazione del capitale umano che continua a rappresentare il fattore strategico decisivo per competere nell’economia della informazione e della conoscenza. A tal fine ritengono che il processo innovatore avviato con la Legge n.196 del 24 giugno 1997, c.d. Pacchetto Treu, poi sviluppato dal D.Lgs. n.368 del 6 settembre 2001 in tema di rapporti di lavoro a tempo determinato, dal D.Lgs. n.297 del 19 dicembre 2002 in tema di collocamento, dal D.Lgs. n.66 del 5 aprile 2003 in tema di orario di lavoro, dalla Legge Delega n.30 del 14 febbraio 2003 e dal D.Lgs. di attuazione del 10 settembre 2003, n. 267 in tema di occupazione e mercato del lavoro, c.d. Legge Biagi, abbia svolto un graduale percorso di riallineamento dell’ordinamento nazionale agli orientamenti sovranazionali promossi da numerose direttive comunitarie, approfondendo un processo oramai inevitabile di evoluzione del contesto regolamentare europeo, peraltro già compiutosi in vari altri Stati dell’UE.
In particolare l’opportunità di mantenere i margini di operatività introdotti dalla legislazione e dalla contrattazione più recenti, recuperando il differenziale negativo prodottosi rispetto alle regolamentazioni nazionali più avanzate, deriva dalle seguenti riflessioni:

  • il percorso di applicazione della normativa di riforma è già avviato;
  • è stato realizzato un corretto bilanciamento fra una disciplina legislativa meno vincolistica e l’assicurazione di adeguate tutele per il lavoratore;
  • la flessibilità dei tempi e delle modalità di esecuzione del lavoro soddisfa le esigenze di varie categorie di dipendenti;
  • la disponibilità di tipologie contrattuali effettivamente adeguate alle esigenze delle imprese previene il rischio di applicazioni improprie;
  • le soluzioni organizzative più innovative si fondano su norme aperte e flessibili;
  • occorrono maggiori certezze.


Bergamo, 1 settembre 2006