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46 Il bello dei giovani
                              di Giada Zambelli

Figlia unica, fin da bambina ho vissuto, respirato l’aria d’im-
presa. I miei genitori, soci tra loro, lavoravano sette giorni su
sette. Non mi hanno mai spinta ad entrare in azienda, è stata
una mia scelta, dopo la laurea in Economia e Commercio.
All’inizio volevo rendermi conto di come funzionasse, cono-
scere dall’interno ogni aspetto. Ufficio fatture, contabilità,
magazzino. L’unico ufficio che non c’era era l’ufficio estero:
l’internazionalizzazione è diventata la mia sfida. Eravamo nel
1998, si faceva tutto via fax.
I primi contatti importanti, i mercati europei, il Giappone, le
prime gratificazioni, e una sete crescente di sapere, di impa-
rare, di assorbire da mio padre, che è sempre stato un leader,
una figura carismatica, adorato da tutti.
Arriviamo al passaggio generazionale, anni sofferti, lui anco-
ra giovane, ma io con sempre più voglia d’impormi. Momenti
anche difficili, di scontro, poi col tempo, in modo dolce, ab-
biamo trovato un equilibrio, e ho assunto la direzione gene-
rale dell’azienda.
L’iscrizione a Confindustria una scelta funzionale, per utiliz-
zare le consulenze, i servizi, la formazione del personale. Poi
la scoperta del gruppo giovani, partecipando a una visita
aziendale. Ero convinta fosse un club chiuso, esclusivo, in-
vece trovo persone aperte, serenità, possibilità di confronto
e di imparare molto. Contatti, incontri, occasioni, idee, nuovi
progetti nati da una chiacchierata, da un caffé prima di una
riunione del direttivo. Condivisione di problematiche comuni,
il passaggio generazionale, la crisi e le nuove sfide, l’inno-
vazione tecnologica. In futuro, continuerò a partecipare, a
collaborare alla “promozione della cultura d’impresa” nelle
scuole: l’apertura al futuro è il bello dei giovani!
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