Page 40 - Industria

38 Attraversare il guado
di Simone Brevi

Sono entrato in azienda nel 1994, dopo due anni in Giappo-
ne, unico italiano di un battaglione di giovani mandati dalla
Comunità Europea a scuola di samurai d’impresa. Esperien-
za decisiva. In Giappone la produzione è sacra. Un italiano
non lo può capire, un bergamasco si.
Appena tornato mi ritrovo nel gruppo giovani di Confindustria
(giovani allora: Galizzi, Moltrasio, Barcella; e le sempre gio-
vani Bombassei e Santini) a parlare di passaggio generazio-
nale e internazionalizzazione. Io pensavo al mio professore
in Giappone, un gesuita che profetizzava l’invasione del bas-
so costo cinese. Sempre quell’anno, sento il presidente della
Same dire: le aziende di mezzo scompariranno, resterà solo
chi sa fare la qualità, o il prezzo. Noi avevamo esattamente il
prodotto di mezzo, buono per tutte le stagioni. Doppio cam-
biamento: tenere in Italia alta qualità e innovazione; e all’e-
stero aprire fabbriche per i grandi volumi, le economie di sca-
la, la prossimità ai mercati (Usa, Medio ed Estremo Oriente).
In questi vent’anni sono scomparsi tutti i player, sono rimasti
i Cinesi, la Germania, e noi Italiani, concentrati nel distretto
cisalpino, una struttura viva, disseminata, germogliata, con
10-12 aziende madri, 100-200 imprese di artigiani/tecnici
fornitori, e 1-2 grandi committenti, come Tenaris. Siamo gli
unici a saper fare prodotti di altissima tecnologia, capaci di
performances estreme.
Quando Mazzoleni, pochi anni fa, ci sprona a valorizzare i
distretti/filiera d’eccellenza, nasce l’idea IVS, una nuova fiera
internazionale, International Valve Summit, a Bergamo. Un
grande successo.
Il made in Italy, prima di Armani, è Leonardo, Cardano, Volta,
Marconi, Natta, Olivetti. Plastica, personal computer, tele-
fonia mobile: invenzioni italiane, come le valvole. Al British
Museum si conserva una valvola maschio d’epoca romana, il
cui bronzo è ancora oggi lo standard del settore. Forse non
tutti sanno. IVS serve anche a questo.