Novembre 2021
"Questa edizione del Bilancio di Sostenibilità racconta le attività del 2020. Un anno difficile da metabolizzare, nella vita dei singoli e forse ancora di più in quella delle organizzazioni, per l’onere di dover trovare chiavi di lettura complesse in un tempo breve, per di più non ancora concluso. Questa difficoltà è senz’altro aggravata per il nostro territorio, uno di quelli indubbiamente maggiormente colpiti dalla pandemia almeno nella fase iniziale del 2020. Anche per il tessuto imprenditoriale – di qualunque settore – il colpo è stato maggiore che altrove: qui, infatti, il blocco delle attività economiche si è accompagnato ad un’esperienza di malattia che ha interessato, con la popolazione, ovviamente anche il mondo del lavoro, imprimendo un sigillo profondo sul benessere delle persone, sulla loro visione delle cose e sui loro valori. Lo si è visto distintamente dall’osservatorio dell’associazione, a sua volta attraversata da questi passaggi.
Parto dunque dai valori, evocati dalla matrice di materialità. La nostra, costruita direttamente con gli stakeholder, è tutto sommato recente, poiché risale al 2019, ma la pandemia la rende inevitabilmente distante. Abbiamo perciò programmato una sua rivisitazione post-Covid, che riguardi sia l’elenco dei temi materiali, sia il loro posizionamento. Proseguo con il significato stesso della matrice che è, nelle intenzioni, lo strumento per elaborare la strategia dell’organizzazione. Dobbiamo ancora migliorare, nei nostri processi, la capacità di sfruttarne pienamente la funzione di indirizzo. I temi materiali hanno rimpiazzato gli obiettivi del Piano Strategico, che fino al 2018 la Presidenza individuava per indirizzare la stesura del Piano Operativo.
La migrazione dal vecchio modello al nuovo, però, non è ancora pienamente avvenuta, un po’ perché il processo è inerziale e chiede tempi lunghi, un po’ perché, nel 2020, il Piano Operativo e la stessa capacità progettuale sono stati violentemente sollecitati dal contesto emergenziale e vi si sono adattati. Ne consegue che il resoconto delle attività associative, quest’anno, tradisce un esercizio di “strabismo”: da un lato si è voluto dar conto dell’eccezionalità che ha investito le attività ordinarie e i progetti che erano stati individuati a preventivo; dall’altro si è tentato, per quanto possibile, di mantenere una continuità di lettura, per favorire il raccordo con il passato, ma anche agevolare quello con il futuro, quando dovremo rendicontare le attività del 2021, ci auguriamo, con un’ottica davvero post-pandemica.
Per molti - singoli, famiglie, aziende, istituzioni – la chiave di lettura di questo periodo è quella della discontinuità tra un prima, ormai superato, e un dopo, che viene chiamato “nuova normalità”: una frattura che attraversa anche il modello associativo, lo mette sotto stress e ne chiede il ripensamento. Insieme alla cifra della discontinuità, nella “nuova normalità” si possono rintracciare anche le situazioni di confine, quelle dove i temi della sostenibilità – economica, sociale, ambientale – sono diventati ancora più decisivi per il modello di sviluppo che siamo chiamati a costruire. Le lezioni apprese nel 2020 ci confortano nell’attualità di una visione ed una missione che fanno perno su identità, rappresentanza e servizi, e che hanno saputo trasmettere, nella loro complementarietà, la straordinaria capacità reattiva dimostrata da Confindustria Bergamo, non soltanto per le attività messe in campo o per la leadership progettuale, ma anche per lo spirito di coesione e di condivisione di fronte all’emergenza."