Secondo quanto anticipato da Il Sole 24 Ore, il via libera ufficiale all'Accordo di partenariato arriverà il 19 luglio, in coincidenza con la visita in Italia della commissaria per la Coesione e le riforme Elisa Ferreira.
La proposta di Accordo di partenariato e di definizione dei criteri di cofinanziamento nazionale dei fondi europei della Politica di coesione 2021-2027 è stata approvata dal CIPESS nella seduta del 22 dicembre, insieme all'anticipazione di risorse alle Regioni e alle Province Autonome per interventi di immediato avvio dei lavori o di completamento di interventi in corso a valere sul Fondo sviluppo e coesione 2014-2020 e sul FSC 2021-2027, per complessivi 2,6 miliardi di euro.
Il 19 gennaio la ministra per il Sud e la Coesione Mara Carfagna ha annunciato l'avvio del negoziato formale con Bruxelles, sulla base dell'ultima bozza dell'Accordo di partenariato datata 17 gennaio. Negoziato formale partito in realtà dopo un intenso lavoro di confronto sul testo, che aveva condotto già a giugno 2021 a una prima bozza dell'Accordo di partenariato e poi a gennaio 2022 alla nuova versione.
L'iter UE prevede che la Commissione formuli, entro 90 giorni dalla ricezione formale della proposta, le proprie osservazioni, per eventuali modifiche al documento, e che lo approvi entro quattro mesi dalla ricezione. Nel caso dell'Italia, quindi, l'ok era atteso entro fine maggio. La tabella di marcia non è però stata rispettata: le osservazioni dell'Esecutivo UE sono arrivate nei tempi, il 2 marzo, ma solo in questi giorni si è arrivati a sciogliere gli ultimi aspetti critici, tra cui il netto ridimensionamento del PON Legalità, tra i Programmi operativi con le performance peggiori nel ciclo 2014-20, che Bruxelles avrebbe voluto fosse cancellato.
Alle modifiche all'Accordo di partenariato, e alla sua trasmissione, dovrà seguire a stretto giro l'invio dei Programmi operativi regionali e nazionali non ancora sottoposti a Bruxelles. Solo a quel punto sarà possibile ottenere l'approvazione formale e sbloccare il ciclo di programmazione dei fondi UE 2021-27.
Le risorse programmate dall'Accordo di partenariato 2021-27 ammontano complessivamente a oltre 75,6 miliardi di euro, di cui circa 42 miliardi di risorse UE a valere sul Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), sul Fondo sociale europeo Plus (FSE+) e sul Fondo per una transizione giusta (Just Transition Fund – JTF) e il resto a titolo di cofinanziamento nazionale.
A questi si sommano i 948 milioni di euro assegnati all'Italia nell'ambito dell'Obiettivo Cooperazione territoriale europea (CTE) per la nuova generazione di programmi Interreg e i 987,2 milioni a titolo del Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l'acquacoltura (FEAMPA) e del relativo cofinanziamento nazionale.
La proposta di Accordo approvata dal CIPESS risulta ridimensionata rispetto agli 82,2 miliardi della bozza di giugno, che si basava su un cofinanziamento nazionale di circa 40 miliardi ai 42 miliardi di quota FESR, FSE+ e JTF (a prezzi 2020).
Il cofinanziamento nazionale massimo autorizzato dalla delibera CIPESS del 22 dicembre - comprensivo di eventuali interventi e Programmi complementari ai PON e ai POR a valere sui fondi FESR e FSE Plus e ai Programmi JTF, CTE, FEAMPA 2021-2027 - potrà in ogni caso arrivare fino alla soglia di 41,1 miliardi. "I valori effettivi delle risorse nazionali finalizzate al cofinanziamento dei Programmi europei 2021-2027", si legge però nella delibera, "saranno stabiliti in sede di decisioni comunitarie di adozione o modifica dei singoli Programmi" e "l’eventuale eccedenza tra i valori massimi e quelli risultanti dalle decisioni comunitarie è destinata a programmi o interventi complementari nel rispetto dell’allocazione territoriale delle risorse e secondo le modalità stabilite in sede di disciplina di Programmi o interventi complementari".
Per quanto riguarda la classificazione delle regioni, tra quelle in transizione si conferma l'Abruzzo, cui si aggiungono Umbria e Marche, che erano considerate più sviluppate nel ciclo 2014-2020. Le regioni meno sviluppate sono quelle rimanenti del Mezzogiorno (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, cui si aggiungono Molise e Sardegna, prima in transizione), mentre le più sviluppate sono tutte le altre del Centro-Nord.
L'Italia ha scelto di non usufruire della possibilità offerta dal nuovo quadro legislativo della Politica di Coesione di trasferire risorse tra regioni, mentre ha optato per l'utilizzo del trasferimento di risorse tra i fondi strutturali. Nello specifico, 237,6 milioni di euro a titolo del FESR sono stati assegnati al FSE+ “in considerazione dei fabbisogni in ambito sociale, occupazionale e di istruzione/formazione”.
Per approfondire: Il pacchetto legislativo della Politica di Coesione 2021-2027
La strategia alla base dell’Accordo di partenariato 2021-2027 prevede che i fondi europei disponibili siano indirizzati al conseguimento degli obiettivi in materia di ambiente e clima posti dall'European Green Deal europeo e al perseguimento di una società più giusta e inclusiva, in linea con il Pilastro europeo dei diritti sociali.
Gli interventi, si legge nella bozza di Accordo di gennaio, sono quindi volti a contribuire “alla necessaria trasformazione verso modelli produttivi totalmente sostenibili e l’utilizzo diffuso delle tecnologie digitali (transizione verde e digitale) in coerenza e a sostegno agli obiettivi di coesione ed equità economica, sociale e territoriale”, presentando particolare attenzione “ai territori e contesti più fragili dal punto di vista socio-economico e geografico (aree marginali, periferie urbane, quartieri disagiati, aree di montagna, insulari, aree esposte a rischi naturali, aree di transizione industriale), alle categorie e persone più vulnerabili, alla piena valorizzazione delle energie dei giovani e delle donne, al contrasto di ogni forma di discriminazione e alla promozione della partecipazione responsabile delle imprese con investimenti indirizzati a percorsi di sviluppo sostenibili e in grado di fornire occasioni di lavoro di qualità”.
I fondi UE saranno quindi investiti allo scopo di:
In linea generale, tutte le tipologie di intervento dovranno massimizzare il contrasto al cambiamento climatico e tenere conto del principio "non arrecare un danno significativo" negli investimenti realizzati.
Questo il quadro degli obiettivi specifici perseguiti con riferimento a ciascun dei cinque obiettivi strategico di policy della Politica di Coesione 2021-2027:
Obiettivo strategico di Policy 1 – Un’Europa più intelligente
Obiettivo strategico di Policy 2 – Un’Europa più verde
Obiettivo strategico di Policy 3 – Un’Europa più connessa
Obiettivo strategico di Policy 4 – Un’Europa più sociale e inclusiva
Obiettivo strategico di Policy 5 – Un’Europa più vicina ai cittadini
Per quanto riguarda il Fondo per una transizione giusta, il Just Transition Fund (JTF) ha come obiettivo specifico quello di consentire ai territori ed alle persone che li abitano di affrontare l'impatto sociale, occupazionale, economico ed ambientale della transizione verso un'economia climaticamente neutra. L'Italia ha previsto due Piani territoriali di transizione, uno per l’area del Sulcis Iglesiente e uno per l’area funzionale di Taranto, che indicano le aree di intervento, le sfide sociali, economiche ed ambientali oggetto dell'azione pubblica e le necessità ed opportunità di diversificazione economica, riqualificazione professionale e risanamento ambientale.
La scelta di gestire a livello centrale i fondi di REACT-EU, assegnandoli a misure e progetti di dimensione nazionale, dalla decontribuzione Sud al Fondo nuove competenze, e l'incertezza sull'effettivo riparto tra i territori delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), hanno complicato il negoziato interno sull'Accordo di partenariato 2021-27. Le regioni hanno chiesto infatti di poter gestire direttamente una quota significativa della nuova programmazione dei fondi strutturali europei e di far corrispondere al taglio del numero dei PON anche una riduzione dell'incidenza della programmazione nazionale sul budget totale.
L'impianto progettato dalla ministra Carfagna individua quindi dieci PON, rispetto ai 13 della scorsa programmazione, cui andrà circa un terzo dei fondi 2021-27:
A questi si aggiunge il Programma operativo FEAMPA 2021-27, a carico del nuovo Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l'acquacoltura.
I restanti due terzi del budget andranno ai Programmi operativi regionali, i POR FESR e i POR FSE+, con solo quattro regioni che hanno optato per Programmi plurifondo, uno in più (la Basilicata) rispetto alla scorsa programmazione:
Infine, vi sono una serie di Programmi di cooperazione territoriale europea (CTE), i cosiddetti Programmi Interreg:
Consulta la proposta di Accordo di partenariato 2021/2027 dell'Italia - versione del 17 gennaio 2022