Fisco e Diritto d'Impresa

03

lug

2023

News - IMPRENDITORE - MANAGER - OPERATORE

DIGITAL TRANSITION FUND: 300 MILIONI PER LA TRANSIZIONE DIGITALE DELLE FILIERE

CREDITO, FINANZA E CONFIDI, DIREZIONE, ENERGIA, ESG, FISCO E DIRITTO D'IMPRESA, INNOVAZIONE TECNOLOGICA E ORGANIZZATIVA, PNRR

Gemello del Green Transition Fund - l'altro maxi fondo del PNRR gestito da CDP Venture Capital Sgr per conto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, ma focalizzato sulla transizione ecologica -, il Digital Transition Fund è un fondo di investimento alternativo mobiliare e riservato, che mira a mobilitare fino a 700 milioni di euro per sostenere la transizione digitale delle filiere nazionali.

La base di partenza è rappresentata dai 300 milioni messi a disposizione dal PNRR, nel quadro della linea di investimento 3.2 della Missione 4 «Istruzione e ricerca», Componente 2 «Dalla ricerca all’impresa» del Piano nazionale di ripresa e resilienza, dedicata al «Finanziamento di start-up». Il focus è su alcuni settori chiave, in particolare intelligenza artificiale, cloud, digitalizzazione dell’assistenza sanitaria, industria 4.0, cybersicurezza, fintech e blockchain, senza escludere però altri ambiti della digital transition.

A regolare il funzionamento dello strumento, che opera nell'ambito del Fondo Nazionale Innovazione, sono un decreto ministeriale del maggio 2022 e l'accordo finanziario sottoscritto il mese successivo da CDP VC e MIMIT. In sintesi, questi provvedimenti stabiliscono che il Digital Transition Fund opera essenzialmente in due direzioni: da una parte, gli investimenti diretti o indiretti a favore di start-up con elevato potenziale di sviluppo, con particolare riguardo per le piccole e medie imprese delle filiere della transizione digitale e per le PMI che realizzano progetti innovativi, anche già avviati (non prima del 1° febbraio 2020), ma caratterizzati da un significativo grado di scalabilità; dall'altra, il co-investimento con fondi istituiti e gestiti sempre da CDP oppure con altri fondi di investimento che vantino esperienza e risultati positivi in operazioni analoghe.

Il target da raggiungere, entro la scadenza del 30 giugno 2025, è l'investimento in almeno 250 imprese target, mobilitando investimenti complessivi per 700 milioni di euro e riservando il 40% dei fondi disponibili per il finanziamento di operazioni da realizzare nelle Regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia) o in imprese con una sede operativa al Sud.

Dal momento che le risorse provengono dal PNRR, questi investimenti devono essere coerenti con il principio Do No Significant Harm (DNSH) ed escludere le attività e gli attivi che siano connessi ai combustibili fossili, quelli relativi al sistema di scambio di quote di emissione dell’UE (ETS) che generano emissioni di gas a effetto serra previste non inferiori ai pertinenti parametri di riferimento, oppure che riguardino discariche di rifiuti, inceneritori e impianti di trattamento meccanico biologico o anche attività e attivi nel cui ambito lo smaltimento a lungo termine dei rifiuti potrebbe causare un danno all’ambiente.

Sempre in coerenza con i principi che orientano il PNRR, CDP VC può trattare la valorizzazione dei giovani e il perseguimento della parità di genere - che sono obiettivi trasversali al Piano nazionale di ripresa e resilienza dell'Italia, insieme alla riduzione dei divari territoriali - come criteri di preferenza e di priorità in fase di valutazione dei progetti.

A livello pratico l'accesso al Digital Transition Fund passa infatti per due inviti a presentare opportunità di investimento a CDP Venture Capital Sgr, uno relativo agli investimenti diretti, l'altro a quelli indiretti.

L'Invito a presentare opportunità di investimento diretto


Per quanto riguarda gli investimenti diretti del DTF, l'invito raccoglie proposte di investimento che abbiano ad oggetto strumenti di equity, quasi equity, debito e quasi-debito di imprese target. Queste ultime possono rientrare in tre categorie:

  • startup con un elevato potenziale di sviluppo, con particolare riguardo verso le PMI delle filiere della transizione digitale e che realizzano progetti innovativi;
  • startup e PMI costituite tramite una scissione societaria o a seguito di cessione di azienda o di ramo di azienda da parte di grande impresa o di un’impresa a media capitalizzazione oppure che è stata costituita con l’investimento di una grande impresa o di un’impresa a media capitalizzazione in ottica di venture building, qualora lo spin-off sia avvenuto in data non antecedente il 1° febbraio 2020;
  • imprese holding che, cumulativamente, abbiano sede legale in uno Stato diverso dall’Italia, ma che svolgano effettivamente il proprio business o abbiano programmi di sviluppo in Italia coerenti con le finalità del Fondo.

Nel caso delle holding, che in generale possono arrivare a rappresentare non più del 30% delle imprese target in portafoglio, l'investimento può riguardare solo le imprese ammissibili in Italia e la proprietà intellettuale sviluppata deve restare in Italia.

Le opportunità di investimento diretto devono essere presentate dalle imprese target a CDP Venture Capital, che le analizza in modo selettivo ed effettua una due diligence tecnico-legale ed economico-finanziaria di quelle maggiormente meritevoli.

L'Invito a presentare opportunità di investimento indiretto


Il secondo invito riguarda invece gli investimenti indiretti in fondi target di terzi, cioè fondi di venture capital e fondi di venture debt che prevedano anche l’investimento in imprese target operanti in uno o più settori rilevanti per il Digital Transition Fund.

L'operazione indiretta può concretizzarsi in due forme. La prima è l'investimento in fondi di investimento che, anche in via residuale, investano in imprese start-up con elevato potenziale di sviluppo, in particolare in PMI operanti nelle filiere della transizione digitale e in PMI che realizzano progetti innovativi, incluse le piccole e medie imprese nate da spin-off di grandi imprese in data non antecedente il 1° febbraio 2020, caratterizzati da significativo grado di scalabilità. La seconda è l'investimento indiretto in imprese target - che rientrano nelle stesse tre categorie già descritte nel caso dell'investimento diretto - con l'obiettivo di favorire la transizione digitale delle filiere, con focus su intelligenza artificiale, cloud, assistenza sanitaria, industria 4.0, cybersicurezza, fintech e blockchain.

In questo caso a sottoporre a CDP Venture Capital le opportunità di investimento indiretto devono essere gli stessi fondi target di terzi e/o gestori autorizzati, che devono impegnarsi anche a non investire in imprese target che rientrino nei settori esclusi dal Digital Transition Fund perché non coerenti con il principio DNSH. E' poi sempre CDP VC ad analizzare in modo selettivo le proposte, con uno screening preliminare ed eventualmente una due diligence tecnico-legale ed economico-finanziaria dei fondi target di terzi ritenuti più meritevoli.