Matteo Zanetti, vice-presidente di Confindustria Bergamo - L'Eco di Bergamo: "Oggi si tratta di una fase diversa. Tra il 2000 e il 2007 infatti sono state le nostre aziende a chiamare manodopera straniera per completare gli organici. Ma, con la crisi, la domanda è cessata e dal 2008 in avanti, anche negli ultimi due anni di relativa debole ripresa, le richieste non sono certo quelle di un tempo, a maggior ragione se si parla di manodopera straniera E dal punto di vista dell'industria c'è una grandissima differenza: la presenza straniera nelle nostre aziende attualmente è fatta da personale più qualificato, più scolarizzato e con una dinamica di crescita completamente differente".
"In tendenziale corrispondenza con il livello di scolarizzazione assistiamo ad un processo di risalita negli organigrammi, senza nessun tipo di discriminazione. Anzi le nostre imprese dimostrano una significativa responsabilità sociale anche nella gestione ordinaria, attraverso il sostegno al ricongiungimento familiare, o agli orari compatibili con le pratiche religiose".