Osservatorio Confindustria Bergamo – Agenzie per il Lavoro:
cresce la domanda complessiva,
rallenta quella di operai e tecnici
Nel secondo trimestre del 2022 è tornata a crescere la domanda di lavoratori in somministrazione, segnando un +26,6% rispetto ai primi mesi dell’anno e un +42,1% in confronto allo stesso periodo del 2021. L’andamento dei vari settori, secondo gli ultimi dati analizzati dall’Osservatorio Confindustria Bergamo-Agenzie per il Lavoro, si presenta però piuttosto differenziato e, per quanto riguarda le mansioni maggiormente legate alla manifattura, emerge qualche segnale di rallentamento delle richieste. La dinamica risulta decisamente positiva per il personale non qualificato, in particolare per gli addetti alla consegna merci, è comunque positiva per i conduttori di impianti, stazionaria per gli impiegati esecutivi, in calo per gli operai specializzati e per i tecnici, confermando, nel complesso, l’emergere, tra le imprese del territorio, di una fase non favorevole.
In base alle segnalazioni delle Agenzie per il Lavoro, il gruppo dei conduttori di impianti resta comunque, anche nel secondo trimestre, quello maggiormente ricercato dalle imprese bergamasche, con una quota che ritorna vicina al 35% dopo il picco registrato nella prima parte dell’anno del 47%. A seguire, per numerosità, il personale non qualificato (27,3% in crescita di 10 punti percentuali sul valore precedente) e gli addetti al commercio (14,4%) che sopravanzano gli operai specializzati (11,7%). Più contenute, in termini relativi, le richieste per tecnici (6,3%) e per impiegati esecutivi (5,4%).
Più in dettaglio, analizzando la classifica dei 20 profili singoli più ricercati dalle imprese, emerge la forte crescita degli addetti allo spostamento e alla consegna merci che tornano ad essere il profilo maggiormente ricercato (14,3%), scavalcando gli operatori di catene di montaggio automatizzate e di robot industriali (12,3%). Tra il personale non qualificato, sono stati inoltre ricercati gli addetti nei servizi di pulizia (6,7%; terza posizione) e i non qualificati nella manifattura (4,1%) e nell’edilizia (1,8%).
Tra i conduttori di impianti, dopo gli operatori di robot industriali, seguono, rispettivamente al quarto e al sesto posto, i conduttori di macchinari per la lavorazione della gomma (5,0%) e gli addetti all’assemblaggio dei prodotti industriali (3,4%). Quindi, con richieste relativamente più basse, gli addetti alle macchine confezionatrici (2,5%), gli addetti alle macchine dell’industria chimica (2,3%), dell’industria alimentare (2,1%), dell’industria tessile (2,0%) e delle lavorazioni metalliche (1,6%).
In linea con le rilevazioni precedenti, i profili di operai specializzati per i quali le Agenzie per il Lavoro segnalano l’alto numero di richieste e l’elevata difficoltà nel trovare candidati sono i fonditori/saldatori, i montatori/manutentori e gli installatori di attrezzature elettroniche e gli specializzati nella meccanica di precisione.
Viene infine confermata la difficoltà da parte delle imprese di reperire diverse figure tecniche: analogamente a quanto già emerso per i primi mesi dell’anno, si segnalano criticità per i tecnici della produzione, per quelli in campo ingegneristico, per i tecnici della salute e per i tecnici informatici. La figura maggiormente richiesta, a cui si associa anche un’alta difficoltà di reperimento, risulta però essere quella del tecnico della distribuzione commerciale, che rientra in area critica dopo un trimestre.
“Queste rilevazioni – sottolinea Paolo Piantoni, direttore generale di Confindustria Bergamo – evidenziano, da un lato, che la dinamica del lavoro nella nostra provincia ha mantenuto una certa vivacità, ma, dall’altro, confermano un atteggiamento di maggiore prudenza da parte delle imprese in merito alla programmazione di nuovi ingressi in azienda, fatta eccezione per le figure cronicamente carenti, per le quali la domanda si mantiene di fatto inalterata. I dati, peraltro, fermandosi a fine giugno, non danno conto del rapido deteriorarsi del contesto economico in cui si stanno muovendo oggi le imprese e che nei prossimi mesi potrebbe purtroppo comportare più consistenti riflessi sul fronte dell’occupazione”.