Indagine congiunturale dell’industria
metalmeccanica italiana
Bergamo emerge per produzione e portafoglio ordini.
Sopra la media nazionale la difficoltà a reperire personale

A Bergamo, nel primo trimestre del 2018, gli indicatori della produzione industriale nei settori siderurgico e meccanico restano positivi, ma la crescita è meno robusta rispetto alla seconda metà del 2017.  Un andamento che appare in linea con i trend nazionali, anche se l’indagine di Federmeccanica su un campione di imprese evidenzia una maggiore spinta della nostra provincia.

E’ quanto emerge dall’analisi della prima trimestrale 2018 messa a confronto con l’andamento nazionale, presentato durante l’incontro organizzato da Federmeccanica questa mattina a Roma. Una presentazione che vede protagonisti anche i territori e che ha l’obiettivo di diventare un evento periodico corale per far conoscere il peso, l’andamento del settore e le iniziative delle aziende, consolidando così la consapevolezza del valore prodotto dall’industria e del valori diffusi dalle imprese.

Nel dettaglio per il primo trimestre 2018 il settore siderurgico bergamasco segnala un incremento tendenziale della produzione del 2,1% e quello meccanico un incremento del 4,2%. Questi incrementi arrivano dopo una serie di trimestri tutti positivi e consentono di posizionare l’indice complessivo a 121,2 per la siderurgia e 118,6 per la meccanica, livelli nettamente superiori sia rispetto all’anno base del 2010, sia rispetto ai livelli precrisi del biennio 2007-2008.

Per quanto riguarda l’export il dato provinciale non è ancora disponibile per il primo trimestre 2018, ma considerazioni significative possono essere tratte dal valore a consuntivo sul 2017. L’export meccanico-meccatronico vale a Bergamo 8,7 miliardi di euro, ovvero il 58% del valore complessivo dell’export manifatturiero. Il solo settore dei macchinari ha esportato per oltre 4 miliardi di euro concentrandosi sul mercato europeo (66% del totale) in particolare Germania e Francia.

Contribuisce a delineare meglio il quadro del settore l’Indagine condotta da Federmeccanica, a cui ha partecipato anche un campione di imprese bergamasche. Proprio dal confronto con l’andamento nazionale emerge una situazione più positiva nella nostra provincia: la produzione nel primo trimestre 2018 risulta in crescita nel 53% delle risposte (contro il 39% dei casi del campione nazionale).

Questa evidenza emerge non solo a consuntivo, ma anche nelle prospettive di produzione per il secondo trimestre, con il 52% di aziende bergamasche che prevedono una crescita rispetto al 41% del campione nazionale.

Anche i giudizi sul portafoglio ordini a fine trimestre rispecchiano la situazione di maggiore spinta della provincia di Bergamo: il 48% delle aziende bergamasche lo reputa soddisfacente (contro il 44% a livello nazionale).

Significativo anche il dato relativo alla percentuale di aziende con difficoltà a reperire personale: il 62% del campione delle bergamasche la segnala, contro il 47% del campione nazionale e il 52,9% del nord-ovest.

“Il comparto bergamasco - sottolinea il presidente del Gruppo Meccatronici di Confindustria Bergamo Giorgio Donadoni – conferma anche grazie a questi più recenti indicatori tutta la sua vitalità. E’ un settore di punta che sta lavorando per concretizzare il salto tecnologico in chiave Industria 4.0: basti ricordare la realtà del Consorzio Intellimech, significativa anche a livello nazionale, l’impegno concreto di aziende di punta del settore per il Digital Innovation Hub. Va anche sottolineata la presenza nel nostro territorio di un lighthouse plant, faro dell’innovazione manifatturiera, come ABB.  Non dobbiamo però dimenticare, e non lo stanno dimenticando le nostre aziende, che l’innovazione è prodotta soprattutto dal capitale umano. Stiamo passando da una fabbrica “pesante” a una fabbrica “pensante” e in questa transizione l’elemento culturale è decisivo. Serve perciò un nuovo “Umanesimo industriale” che faccia diventare l’attenzione al welfare e alle risorse umane non un dettaglio ma il fattore centrale. E’ significativo che l’indagine evidenzi già ora quanto le nostre aziende siano preoccupate per la carenza di risorse umane di qualità, un problema destinato a diventare sempre più evidente nei prossimi cinque anni”.   

Anche per il presidente Donadoni la congiuntura è sì positiva, ma non mancano preoccupazioni per le prospettive, meno rosee di qualche mese fa. “Ma anche questo andamento - conclude - ci deve ulteriormente spingere a procedere a passo spedito lungo un’innovazione culturale che ci potrà garantire solide prospettive. Mi sembra importante, all’interno di questo processo, l’assunzione di responsabilità, illustrata nel decalogo dal titolo “Impegno”, a cura di Federmeccanica, che evidenzia i punti chiave su cui lavorare: dagli investimenti nella formazione alla promozione della salute e del benessere dei collaboratori,  dal riconoscimento del ruolo delle donne alla necessità di coinvolgere e motivare i più giovani”.

 Ecco di seguito i principali dati e i commenti relativi alla congiuntura nazionale


I dati relativi all’andamento del comparto metalmeccanico, presentati da Angelo Megaro, Direttore del Centro studi di Federmeccanica, vedono proseguire, nella prima parte dell’anno in corso, la fase espansiva dell’attività produttiva metalmeccanica, anche se si avvertono segnali di rallentamento diffusi all’intera area comunitaria.

Nel primo trimestre del 2018, sulla base dei dati destagionalizzati di fonte ISTAT, l’attività produttiva metalmeccanica registra una flessione dello 0,4% rispetto al quarto trimestre del 2017 ma si evidenza, nel contempo, un progresso dei volumi realizzati pari al 4,4% nel confronto con l’analogo periodo dell’anno precedente.

Cresce l’attività relativa alla fabbricazione di Prodotti in metallo (+7,8%), quella di Macchine e apparecchi meccanici (+4,4%) e di altri mezzi di trasporto (+6,0%), in particolare navalmeccanica, aerospaziale e locomotive e materiale rotabile. Frena l’attività produttiva relativa alla costruzione di Autoveicoli (+0,5%) e flette la produzione di Computer, elettronica e strumenti di precisione (-1,6%).

«Nonostante il consolidamento della fase espansiva - ha dichiarato Fabio Astori, Vice Presidente di Federmeccanica i livelli del primo trimestre sono sempre inferiori del 22,7% rispetto a quelli che si realizzavano nel periodo pre-recessivo (1°trimestre 2008). C’è tanto ancora da fare. Noi come al solito faremo la nostra parte con l’impegno che ci ha sempre contraddistinto. E’ però necessario un contributo di tutti a partire dalle Istituzioni. Il Governo è chiamato a interventi di politica industriale che incentivino la crescita e supportino le imprese ad essere competitive su scala internazionale. Oggi in tutta Italia le aziende metalmeccaniche sono unite nell’affermare la propria centralità per l’economia nazionale e locale. Un coordinamento che non deve mancare anche a livello istituzionale tra centro e periferia e tra il nostro Paese e l’Europa attraverso il coinvolgimento di tutti gli attori, perché solo insieme potremo riuscire a vincere le difficili sfide che abbiamo davanti».

Sempre con riferimento al primo trimestre dell’anno in corso le esportazioni, benché in rallentamento rispetto alle dinamiche osservate nel 2017, sono cresciute del 3% nel confronto con l’analogo periodo dell’anno precedente. Il calo osservato verso le aree esterne all’Unione europea (-2,4%) è stato compensato da una crescita del 7,2% osservata verso i 28 paesi dell’area UE.

Un apporto significativo è derivato dalle esportazioni verso la Francia (+6,9%) e la Germania (+5,3%), mentre sono diminuite, dopo alcuni anni di costante crescita, le quote di fatturato indirizzate verso gli Usa (-6,4%).

«Le indicazioni provenienti dagli imprenditori metalmeccanici nei territori italiani – ha commentato Stefano Franchi, Direttore Generale di Federmeccanicaevidenziano una “tensione positiva” diffusa. Le nostre imprese danno una spinta all’economia nazionale e locale facendosi valere nel mondo. Ancora una volta l’export è positivo sebbene non in maniera omogenea, ci sono infatti segni di rallentamento che arrivano da alcuni Paesi. In prospettiva possono ulteriormente pesare le situazioni geo politiche internazionali dalla Brexit al Medio Oriente, fino ai dazi imposti dagli USA ed alla possibile guerra commerciale che ne può scaturire. Questo ultimo punto in particolare rende necessaria un’azione coordinata a livello Europeo.

Per quanto concerne il nostro Paese al di là dei fondamentali interventi di politica industriale che devono essere portati avanti, occorre riconoscere il ruolo delle Imprese anche dal punto di vista sociale. Oggi in tanti territori vengono realizzate iniziative dalle nostre imprese che hanno ricadute positive sulle Comunità. Questa giornata, come quelle che seguiranno, aiuterà a comprendere l’importanza che hanno le aziende metalmeccaniche sia dal punto di vista Industriale che culturale»
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Con riferimento all’utilizzo del fattore lavoro, nei primi tre mesi dell’anno è continuato a diminuire l’utilizzo dell’istituto della Cassa Integrazione Guadagni (-48,6%) e si è registrata una dinamica occupazionale moderatamente positiva nelle imprese metalmeccaniche con oltre 500 dipendenti (+0,8%). Le tendenze positive in atto dovrebbero proseguire, rafforzandosi, anche nel corso dei prossimi sei mesi, come si evince dalle previsioni delle imprese partecipanti all’indagine che hanno anche dichiarato, nel 47% dei casi, di incontrare sul mercato del lavoro difficoltà nel reperire le figure professionali necessarie all’attività produttiva delle aziende.

«Le politiche educative devono essere un tassello fondamentale della politica industriale - conclude Astori-  La mancanza di personale qualificato per rispondere ai bisogni delle imprese rende evidente la necessità di interventi immediati ed efficaci a partire dal sostegno ai modelli di alternanza scuola lavoro di qualità come il progetto Traineeship di Federmeccanica».