Credito, finanza e Confidi

26

apr

2023

News - IMPRENDITORE - MANAGER - OPERATORE

PNRR: 2 MILIARDI PER GLI INVESTIMENTI NELL'IDROGENO

AMBIENTE, CREDITO, FINANZA E CONFIDI, DIREZIONE, ESG, INNOVAZIONE TECNOLOGICA E ORGANIZZATIVA, PNRR

Gli obiettivi UE di transizione energetica e riduzione delle emissioni che influiscono sul clima impongono un forte impegno dell’industria, chiamata a decarbonizzare le proprie filiere e i propri cicli produttivi in tempi relativamente brevi. Per l’industria pesante, in particolare, la transizione green rappresenta una sfida ambiziosa, un processo che richiede ingenti investimenti e la cui riuscita può essere facilitata in modo decisivo dall’impiego dell’idrogeno, in particolare dell’idrogeno verde. Soprattutto per i settori cosiddetti ‘hard-to-abate’, vale a dire quelle filiere i cui cicli produttivi richiedono un impiego massiccio di energia e non possono accedere ad oggi a opzioni di elettrificazione, l’idrogeno può rappresentare un’opzione. Si tratta di settori come il siderurgico, la chimica, la produzione di vetro e ceramica, solo per citarne alcuni.

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza accorda all’idrogeno un ruolo di primissimo piano. Oltre al sostegno alle attività di ricerca e sviluppo in materia di idrogeno, in particolare idrogeno verde o rinnovabile, il Piano nazionale di ripresa e resilienza prevede una serie di investimenti per lo sviluppo industriale dell’idrogeno in Italia, che spaziano dai progetti per la creazione di hydrogen valleys in aree industriali dismesse ai fondi dedicati alla realizzazione degli elettrolizzatori, indispensabili per sviluppare la filiera produttiva dell’idrogeno e le relative componenti.

Il bando PNRR per l’utilizzo dell’idrogeno in settori hard-to-abate


Degli oltre 3 miliardi
messi a disposizione dal PNRR per il vettore energetico una fetta sostanziosa è dedicata all’utilizzo dell’idrogeno nei settori ‘hard-to-abate’. Per la precisione il PNRR stanzia 2 miliardi per promuovere la ricerca, lo sviluppo e l'innovazione nel campo dei processi industriali, con l’obiettivo di sviluppare iniziative per l'impiego di idrogeno in quei settori (come cemento, cartiere, ceramica, industrie del vetro ecc.) che utilizzano il metano come fonte di energia termica. Di questi, 1 miliardo di euro è destinato a interventi di sostituzione del metano e dei combustibili fossili utilizzati nei processi produttivi dei settori ‘hard-to-abate’ tramite l’impiego di idrogeno verde e/o rinnovabile, mentre l’altro miliardo di fondi PNRR a disposizione è dedicato alla produzione di ferro preridotto mediante processo direct reduced iron (DRI) tramite idrogeno verde e/o rinnovabile.

Due decreti definiscono le regole d’ingaggio per accedere alle risorse del Recovery: il decreto del 21 ottobre 2022 dell’allora Ministero della Transizione Ecologica e quello del 15 marzo 2023 del Ministero dell’Ambiente e della Transizione Energetica. In particolare, il provvedimento di metà marzo contiene il bando da 1 miliardo di euro rivolto alle aziende interessate a realizzare Piani di decarbonizzazione industriale che prevedano, in alternativa: 

  • un progetto di ricerca industriale e/o sviluppo sperimentale per l’uso di idrogeno a basse emissioni di carbonio in processi industriali, eventualmente abbinato, in modo connesso e funzionale all’obiettivo del Piano di decarbonizzazione industriale da realizzare, a un progetto di investimento per la produzione di idrogeno rinnovabile;
  • un progetto di investimento che preveda l’uso di idrogeno a basse emissioni di carbonio in processi industriali, eventualmente abbinato, sempre in modo connesso e funzionale all’obiettivo del Piano di decarbonizzazione, a un progetto di ricerca industriale e/o sviluppo sperimentale per l’uso di idrogeno a basse emissioni di carbonio oppure
    a un progetto di investimento per la produzione di idrogeno rinnovabile;
  • un progetto di investimento per la produzione di idrogeno rinnovabile in sostituzione di idrogeno grigio.

Il bando si rivolge alle imprese di tutte le dimensioni identificabili come aziende ‘hard-to-abate’, vale a dire che svolgono un’attività riferita ai seguenti settori: Industrie alimentari e delle bevande, Tessile, Fabbricazione di carta e di prodotti della carta, Prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio, Chimica, Farmaceutica, Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche, Vetro, Prodotti refrattari, Piastrelle di ceramica, mattoni e tegole, Fabbricazione di altri prodotti in porcellana e in ceramica, Produzione di cemento, calce e gesso, Metallurgia, Fucinatura, imbottitura, stampatura e profilatura di metalli, Microelettronica. Le domande di accesso al bando - emanato dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e gestito da Invitalia - possono essere inviate entro il 30 giugno 2023.

Ecco nel dettaglio gli investimenti e le spese ammissibili per i diversi progetti di ricerca e di investimento.

Progetti di ricerca industriale e/o sviluppo sperimentale


La prima categoria riguarda i progetti di ricerca industriale e/o sviluppo sperimentale per l’uso di idrogeno a basse emissioni di carbonio in macchinari o linee produttive. Le spese ammesse al contributo PNRR, da rilevare separatamente per le attività di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale, comprendono personale, strumenti, attrezzature e materiali utilizzati per lo svolgimento del programma, ricerca contrattuale, conoscenze, brevetti, consulenza e altri servizi utilizzati per l’attività del progetto di ricerca e sviluppo. Ammesse anche le spese generali, calcolate nella misura forfettaria del 25% dei costi diretti ammissibili del progetto, mentre sono esclusi i costi diretti di subappalto e del sostegno finanziario a terzi.

Le agevolazioni previste per i progetti di ricerca industriale e/o sviluppo sperimentale per l’uso di idrogeno in macchinari o linee produttive sono concesse nella forma del contributo alla spesa, con un'intensità pari al 50% dei costi e delle spese ammissibili per la ricerca industriale e fino al 25% per lo sviluppo sperimentale. Sono inoltre previste maggiorazioni, fino ad arrivare a un massimo dell’80% della spesa ammissibile in caso di micro, piccole e medie imprese, se il progetto comporta una collaborazione fra imprese o fra imprese e organismi di ricerca. Se il progetto è prevalentemente di ricerca industriale, il contributo PNRR non può superare i 35 milioni di euro (per impresa, per progetto). L’aiuto massimo concedibile scende invece a 25 milioni (anche in questo caso da intendersi per impresa, per progetto) in caso di progetti di ricerca sperimentale.

Progetti di investimento per l’uso di idrogeno in processi industriali


La seconda categoria di progetti finanziabili tramite il bando da 1 miliardo riguarda progetti di investimento per l’uso di idrogeno in processi industriali, ovvero quei progetti finalizzati alla sostituzione del metano e dei combustibili fossili con idrogeno a basse emissioni di carbonio nella misura minima del 10% per cento del fabbisogno termico del macchinario o della linea produttiva oggetto di investimento e (eventualmente ed in via residuale) all’elettrificazione dei processi produttivi. In questo caso le agevolazioni sono concesse sotto forma di contributo in conto impianti e devono riguardare i costi di investimento direttamente collegabili e funzionali a realizzare i progetti, in particolare macchinari,  impianti e attrezzature.

L’intensità dell’agevolazione varia in base all’obiettivo che il progetto si pone. In particolare, per quanto riguarda i progetti che intendono ridurre le emissioni dirette di gas a effetto serra il contributo massimo copre fino al 60% dei costi ammissibili per gli interventi finalizzati all’uso di idrogeno a basse emissioni di carbonio e fino al 30% dei costi per gli interventi finalizzati all’elettrificazione dei processi produttivi. L’intensità dell’aiuto è pari al 30% per i progetti che puntano al risparmio energetico, sia in caso di interventi finalizzati all’uso di idrogeno a basse emissioni di carbonio, che per quelli finalizzati all’elettrificazione dei processi produttivi. L’importo che può essere concesso alla singola impresa, in ogni caso, non può superare i 200 milioni di euro.

Progetti di investimento per la produzione di idrogeno


Veniamo quindi all’ultima categoria di progetti finanziabili tramite il bando PNRR per l’utilizzo del vettore energetico in settori ‘hard-to-abate’, quella dedicata a progetti di investimento per la produzione di idrogeno.

Si tratta di progetti che prevedono uno o più elettrolizzatori per la produzione di idrogeno rinnovabile e relativi sistemi ausiliari necessari al processo produttivo, inclusi i sistemi di stoccaggio, ed, eventualmente, uno o più impianti addizionali asserviti agli elettrolizzatori ed uno o più eventuali sistemi di stoccaggio (behind-the-meter) dell’energia elettrica prodotta dai predetti impianti addizionali asserviti.

I costi di investimento ammissibili al contributo devono essere direttamente collegabili e funzionali alla realizzazione dei progetti per la produzione di H2. Si va dalle opere murarie e assimilate a impianti e macchinari, dai programmi informatici a brevetti e licenze, fino alle spese di progettazione, direzione lavori, collaudi di legge e oneri di sicurezza.

Due le aliquote di aiuto previste in questo caso per i contributi in conto impianti: il 45% dei costi ammissibili relativi agli elettrolizzatori e ai relativi sistemi ausiliari necessari al processo produttivo, inclusi i sistemi di stoccaggio, e agli impianti addizionali asserviti; il 30% dei costi ammissibili relativi ai sistemi di stoccaggio dell’energia elettrica. Previste maggiorazioni del 10% per le medie imprese e del 20% per le piccole imprese, incluse le micro. L’aiuto massimo concedibile non può in ogni caso superare i 30 milioni di euro per impresa e per progetto di investimento.